Google Analytics, da quando è stato lanciato nel 2005, si è affermato come lo strumento di riferimento del web per il tracciamento di tutto quel che succede sul proprio sito (o ecommerce). Questo servizio, offerto dal colosso di Mountain View, è diventato il migliore amico di privati e web agency per rendersi conto dell’andamento della propria presenza online (o quella dei propri clienti) e regolarsi di conseguenza sfruttando le puntuali statistiche.
Questo idillio sembra essere messo a dura prova dall’ormai noto provvedimento di giugno del Garante della Privacy. È stata stabilita, infatti, l’incompatibilità di GA con il GDPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea. Questo a causa del trasferimento dei dati degli utenti negli Stati Uniti da parte di GA, paese in cui la tutela della privacy è meno stringente. Ovviamente ciò ha mandato nel panico una miriade di realtà; è stimato, infatti, che Google Analytics venga utilizzato per oltre la metà dei siti presenti sul web.
Siamo dunque al capolinea per Google Analytics in Italia (e in Europa)?
Spoiler: no.
Il Garante della Privacy, nel suo provvedimento, si è espresso su Google Analytics 3, ovvero Universal Analytics, ma come tutti sappiamo, già da qualche tempo Google ha rilasciato GA4, profondamente diverso nella logica e nel funzionamento da UA. Quest’ultimo, oltretutto, verrà dismesso a metà 2023 (1° luglio per l’esattezza), si tratta, quindi, di accelerare i tempi per il passaggio di consegne.
Che differenza c’è tra Universal Analytics e Google Analytics 4?
La principale differenza tra i due strumenti è il modello di analisi. Mentre la versione 3 traccia le sessioni degli utenti con tutto ciò che ne consegue (eventi, visualizzazioni di pagina…), la versione 4 è eventocentrica, traccia cioè direttamente gli eventi (anche le visualizzazioni di pagina vengono gestite come eventi).
Come mai GA4 non viola il GDPR?
Grazie al suo funzionamento basato sugli eventi, Google Analytics 4 può permettersi di non salvare gli indirizzi IP degli utenti. GA4, infatti, utilizza gli indirizzi IP solo nel momento della raccolta delle informazioni sulla posizione, ma non avviene mai un salvataggio su alcun tipo di server. I dati raccolti nell’Unione Europea, inoltre, vengono raccolti da domini e server Europei prima di essere inviati per l’elaborazione negli Stati Uniti.
Attenzione a Google Signals
Il servizio Google Signals, attivabile in Google Analytics 4, permette di raccogliere i dati di sessione di siti e app degli utenti che hanno effettuato l’accesso al loro account Google. Data la mancanza di una pronuncia ufficiale in merito, è consigliabile controllare che il servizio sia disattivato, in modo da non correre rischi di violazione.
Lo stesso consiglio vale per la raccolta di dati granulari su località e dispositivo (disattivabile dalle impostazioni dell’account Analytics). Questi dati sono, nello specifico; latitudine, longitudine, brand e modello del dispositivo, browser, sistema operativo e risoluzione dello schermo.
L’indicazione generale, quindi, è quella di muoversi per vedere come passare da Universal Analytics a GA4, in caso stiate ancora utilizzando il primo, con le dovute accortezze sopra indicate. È bene, inoltre, tenersi informati su tutti gli sviluppi futuri, Europei e italiani, riguardo la protezione dei dati.